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Ancora oggi, sopra lo scopello della Masone di Vogogna, si possono ammirare i resti della strada romana. La via di comunicazione permetteva un agile transito della catena alpina, attraverso il passo del Sempione, verso i presidi romani d’oltralpe. |
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Una lapide datata 196 d.C. ne cita l’esistenza, ma non chiarisce se la strada è stata costruita in quella data o se era già preesistente ed è stata ampliata. La datazione è stata concordemente accertata dagli storici Labus, Mommsen, De Vitt e de Regibus grazie all’identificazione dei nomi dei due Consoli in carica al momento: Domitius Dexter II e Publius Fuscus. Il Mommsen, che la presentò in un convegno storico a Milano, così la interpretava: “VIA FACTA EX HS XXIIDC CAIO DOMITIO DEXTRO II PUBLIO CC FUSCO CONSOLIBUS MARCO VALERI (et altero quodam) CURATORIBUS EIUS OPERIS SALVIO VENUSTI CONDUCTORIS PUBLICI (nescio cuius) MARMORA (nescio quae SUBMINISTRANTE)” "L’opera stradale fu fatta con la spesa di 22600 sesterzi, durante il consolato di Caio Domizio Destro e Publio Fusco ed essendo Curatori delle vie Marco Valerio (e ....) e Procuratore Salvio Venusti con l’utilizzo di materiale lapideo (......)". Sopra la lapide è stata successivamente posta una stele a ricordo della costruzione della strada napoleonica (1815), e della ferrovia Milano–Domodossola (1905). |